Quando si parla di barriere architettoniche spesso appare l'immagine di una sedia a ruote, eppure non sono solo dislivelli, gradini o percorsi dalla larghezza inadeguata a rappresentare ostacoli alla mobilità e dalla sicurezza.
L'impossibilità di affidarci, totalmente o parzialmente, ad alcuni dei nostri sensi come la vista o l'udito fa percepire con assoluta chiarezza come gli spazi della vita di tutti i giorni, tra i quali basta elencare strade e piazze, uffici pubblici o negozi, mezzi di trasporto e luoghi di vacanza, siano disseminati di barriere architettoniche che ne rendono difficile o non sicuro l'uso. Per non parlare del diritto all'autonomia, che viene limitato o addirittura negato.
Per imparare a riconoscere le barriere architettoniche percettive ed i principali metodi per eliminarle e prevenire che i nostri progetti ne realizzino di nuove, nei mesi scorsi abbiamo frequentato il corso “Eliminazione barriere architettoniche per l'autonomia dei disabili sensoriali” organizzato da Irifor in collaborazione con Inmaci (Istituto nazionale per la mobilità autonoma di ciechi ed ipovedenti) ed Unione Italiana Ciechi.
Il bilancio finale: accanto a teorie e strumenti tecnici, si è rafforzata la consapevolezza del significato del nostro ruolo di architetti nel progettare spazi per il benessere delle persone, dove l'ascolto delle esperienze individuali e la progettazione partecipata diventano fondamentale strumento di lavoro e punto di partenza per migliorare la qualità della vita di chiunque.
Global Project Architettura Inclusiva
Tabula Architetti Associati
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